Description
Cat#:
Format: CD, 4 panels paper sleeve mini-LP style / ALBCD-027
Artist: Paolo Recchia
Title: Peace Hotel
JAN: 4560312310274
Lineup:
Paolo Recchia (alto sax)
Enrico Bracco (guitar)
Nicola Borrelli (double bass)
Rec data:
Recorded at Groovefarm studio, Rome Italy, on March 5, 2015
Recording engineer: Davide Abbruzzese
Mixed and mastering engineer: Luca Bulgarelli
Cover photo: Arianna De Paolis
Inside photo: Matteo Montanari
Paolo Recchia plays: Selmer Mark VI / Meyer 6 mouthpiece, Yamaha 62 R / Ottolink 6* mouthpiece
Wind instrument technician: Daniele Vagnetti
Executive producer: Satoshi Toyoda – Albore Jazz
Voices
マイルドでソフトな表現、ノスタルジックなアルト・サックス
人肌の温かさで歌うように吹くイタリアのアルト・サックス奏者パオロ・レッキア。好評だった前作『Three For Getz』と同じサックス、ギター、ベースというドラムレスな編成。ベースが安定した力でバンドを支え、爽やかで感性豊かなギターとメロディを美しく歌い上げるサックスが様々な心象風景を描き出す。マイルドでソフトな感覚と明朗快活な表現が同居し、どこかノスタルジックな想い溢れる詩情豊かな世界に浸れます♪(Suzuck)
We loved Paolo Recchia’s last album – which was dedicated to Stan Getz – and there’s a very Getz-like feel here at times, but also modes that open up into other modern alto styles too – a range that maybe starts in postwar modern modes, then moves well into the future! Paolo’s sublime alto sax makes these perfect lines alongside guitar from Enrico Bracco – who sometimes evokes work of Jimmy Raney on older Getz albums, sometimes hits a more modern quality that seems to pull Paolo in fresh new directions too – and the group also features Nicola Borrelli on bass, whose warmth really helps flavor the record – especially in the absence of any piano or drums. Titles include “Emmanina”, “317 E 32nd Street”, “Peace Hotel”, “Gone With The Wind”, “Central Park West”, and “Sman”. © 1996-2016, Dusty Groove, Inc.
イタリアを代表するサックス奏者のひとり、パオロ・レッキアの新作はギターとベースを従えたドラムレスのトリオによるもの。どことなくポール・デスモンドの音色を思い起こさせる彼のプレイが穏やかなバッキングを得て、印象的かつ美しいメロディを重ねていく。(小川隆夫)
Tra originali e standard, come la conclusiva Every Time We Say Goodbye di Cole Porter, Paolo Recchia disegna la scaletta del suo “Peace Hotel”, l’album registrato in trio con Enrico Bracco alla chitarra elettrica e Nicola Borrelli al contrabbasso. Le atmosfere risultano rilassate, mansuete, in linea con il titolo programmatico dell’album, per un insieme che riflette relax esecutivo e un evidente senso di interplay tra i protagonisti. Il sassofonista evidenzia il suo rapporto con la tradizione jazzistica, proponendo però una cifra stilistica “viva”, capace di prendere corpo con semplicità e caratterizzata da melodie ariose e cantabili.
Roberto Paviglianiti – strategie oblique
Già dalla copertina questo disco si fa notare per essenzialità, classe, ironia. E non è poco, anche perché il contenuto rispecchia tale bontà. Paolo Recchia appare in una bella foto bianco e nero davanti ad un muro su cui si apre una finestra con fitta grata, a mostrare dietro un panorama di mare aperto. Addosso, una semplice maglietta bianca dominata dalla espressione perplessa ed ammiccante del giovane Woody Allen; dall’altra parte del muro è appoggiato il suo alto sax. Nella copertina posteriore, lungo lo stesso muro, una bambina corre giocando con una ruota verso lo stesso Paolo, stavolta placidamente seduto lungo lo stesso muro.
A me questo Peace Hotel ha dato le stesse sensazioni, all’ascolto, generate da queste belle foto; comunque sensazioni altamente positive. La combinazione musicale originata dalle note del sax di Recchia con la chitarra di Enrico Bracco ed il contrabbasso di Nicola Borrelli, nell’interpretazione di bellissimi standards (Coltrane, Porter, Tristano ed altri) alternati a composizioni originali dei tre musicisti, si rivela in un perfetto equilibrio dominato da un suono compatto, fluido, pacifico come l’Hotel in cui immaginiamo di arrivare, quello della pace del titolo. Brani molto intensi, connubio perfetto fra i tre, ruoli importanti per ciascuno di loro, sebbene ovviamente il sassofonista rivesta il ruolo di solista principe. Tutto ciò nell’assenza di una completa ritmica, di cui non si sente mancanza alcuna, essendo i compagni di musica di Paolo davvero capaci di tenere un ritmo tutto loro. Dando grande dinamica a diversi passaggi dei brani, alternata a situazioni più compassate, sognanti, pacifiche (ritorna il tema). Un gran bel lavoro, tre musicisti in stato di grazia, un protagonista che dopo un ottimo lavoro dedicato a Stan Getz si conferma ad alti livelli.
Sergio Spada – www.jazzconvention.net