Import CD – AU9063 – Hardcore Chamber Music – Manlio Maresca & Manual For Errors

『ジャズ批評』ジャズオーディオ・ディスク大賞2016【インストゥルメンタル部門】第24位

ANDYMUSIC(AU9043)で記憶に新しい、マンリオ・マレスカ(g, 77年生/伊・テッラチーナ出身)率いる新プロジェクト「Mannual for Errors」。若手実力派として注目を集めるフランチェスコ・レント(tp)、ダニエーレ・ティッタレッリ(as)、マッテオ・ボルトーネ(b)に、auand初登場のロベルト・タレンツィ(p)、ドメーニコ・サンナ(Rhodes, Bass Synth)が参加。

Description

Cat#:

LABEL: AUAND, Italy
FORMAT: CD / AU9063
ARTIST: Manlio Maresca & Manual For Errors
TITLE: Hardcore Chamber Music
EAN: 8031697906322

LINEUP:

Francesco Lento (trumpet)
Daniele Tittarelli (alto sax)
Manlio Maresca (guitar)
Roberto Tarenzi (piano)
Matteo Bortone (double bass)
Enrico Morello (drums)
Domenico Sanna (Rhodes and bass synth on #11)

REC DATA:

Recorded at Groovefarm, Roma Italy, on April 5-6, 2016

Tracks

  1. Craving Rag
  2. Esercizi di Memoria
  3. Hardcore Chamber Music
  4. Domosinth
  5. Una Bella Voce
  6. Authing Out
  7. If I Were a Bello
  8. Speedball
  9. Nodo in Gola
  10. Isc
  11. Esercizi di Memoria (summer version)

Notes

L’esaltazione dell’errore è all’origine del nuovo album di Manlio Maresca. Un elogio di raffinate scorrettezze musicali dal titolo Hardcore chamber music, in uscita il 7 ottobre per l’etichetta Auand. Il chitarrista Maresca, leader del gruppo Manual for Errors, composto da Francesco Lento (tromba), Daniele Tittarelli (alto sax), Roberto Tarenzi (piano), Matteo Bortone (contrabbasso), Enrico Morello (batteria), opera in uno spazio compositivo puro, in cui il margine di errore concesso diviene la base di una scoperta creativa quasi rivoluzionaria. Ispirazioni musicali estemporanee governano una ricerca accurata di una condizione “scorretta”, di uno “sbaglio sonoro”, all’interno di una definita struttura jazz. I suoni, atomi sparsi nel sistema musicale, creano dissonanze e distorsioni insistite, determinando lucide connessioni di significato.

Il disco di Maresca nasce all’interno di una dimensione stabilita a priori, alterata da una componente di casualità. Nel mezzo c’è la composizione, costituita da un equilibrio stabilito da una serie di regole e restrizioni, – afferma Maresca – che però non impediscono all’imprevedibile logica del caso di avventurarsi in territori per così dire “proibiti”. Il quadro compositivo tende a cambiare nel momento in cui nuove aperture, spazi sonori incontaminati, si inseriscono liberamente in un tessuto musicale inconsueto e radicale. Essendo stato adolescente negli anni ’90, mi hanno influenzato enormemente i Primus, gli Shellac, gli Einstürzende Neubauten, i Kraftwerk. Gruppi che insieme ad altri hanno rivoluzionato lo scenario musicale in quel periodo. La loro musica, infatti, è costituita soprattutto da quella materia che normalmente è considerata scarto, la dissonanza acquista un’emancipazione, i feedback e i rumori di fondo diventano parte dell’arrangiamento, tanto da metterli in connessione con le stralunate atmosfere di Monk, di Jaki Byard e del Miles degli anni ’60.

Lo stesso discorso vale per l’aspetto ritmico, un tempo dispari e irregolare è considerato un 4/4 inesatto: l’effetto di una versione apparentemente “sbagliata” è lo stesso che produce un vinile o un cd graffiato. La maniera di saltare sistematicamente sempre nello stesso punto – dichiara ancora Maresca – ci fa memorizzare la canzone in una determinata maniera. Una volta che poi capita di ascoltarla com’è realmente, si rimane sorpresi, perché questa ormai è per noi la versione “sbagliata”.

“Hardcore chamber music” ha in sé un substrato cromatico considerato “materiale di scarto”, in cui le dissonanze acquisiscono una ragione d’essere, e le “scorrettezze di musica da camera”, insieme alle macchie sonore e ai rumori di fondo, divengono parte integrante di un arrangiamento originale. Il titolo prende spunto dalla natura delle composizioni.

Nel dispiegarsi di ogni singolo brano, si ha la sensazione di seguire un’invisibile e delirante trama, che ci porta verso sonorità senza alcuna risoluzione. Come in un percorso apparentemente disarmonico, l’equilibrio della musica “sporca” di Manlio Maresca trova un proprio spazio d’azione nel gioco atonale e poliritmico generato dalla musica stessa.

L’ensemble di musicisti che ruota attorno alla figura del compositore suona composizioni originali del chitarrista, trame sonore che considerano l’inesattezza musicale fonte di imprevedibili cambi di scena, senza mai trascurare le tradizioni del jazz, ormai radicate nella loro sensibilità. Nel brano Craving rag, Maresca fa appello al jazz primordiale degli anni ’20 del Novecento, estremizzando, come in una sorta di desiderio compulsivo, la ricerca sonora. Esercizi di memoria, invece, dà spazio alla capacità costruttiva dell’artista di memorizzare una pavimentazione ritmica e armonica poco comoda. Nell’iterazione ossessiva di Domosynth, una specie di jingle pubblicitario, si intrecciano sonorità e si alternano fasi che rivoluzionano l’assetto formale del brano.

La sintesi musicale di Maresca si definisce all’interno di un immaginario estetico-musicale composto da materiali sonori in costante movimento, che scontrandosi tra loro determinano sensazioni di sconcerto iniziale e di curiosità un istante dopo.

Manlio Maresca, classe 1977, fonda nel 2001 i “Neo” e successivamente gli “Squartet”, con i quali si esibisce in tutta Europa. Nel 2010 intraprende un tour negli Stati Uniti, insieme ai “Neo”, durante il quale registra Neoclassico, nell’Electrical Audio Studio con il sound engineer Steve Albini (Shellac, Pixies, Nirvana, The Ex) a Chicago. Nel 2006 collabora con Steve Piccolo e dal 2008 al 2015 con Joe Lalli. Nel 2012 fonda il trio Andymusic, che esordisce accompagnando il poeta, attore e scrittore Remo Remotti. Con Andymusic, nel 2016, si esibisce al Torino Jazz Festival, al Fano Jazz by the Sea e ad Urbino Jazz Festival. Nel 2013 entra a far parte dell’Orchestra Operaia di Massimo Nunzi, collaborando a fianco di ospiti del calibro di Gabriele Coen, Fabrizio Bosso, Javier Girotto, Niccolò Fabi, Paolo Fresu, Greg Hutchinson, e suonando sul palco del Primo Maggio. Nel 2016, sempre insieme all’Orchestra Operaia, registra il disco omonimo, uscito il 30 marzo per la collana “Jazz Italiano Live”, in collaborazione con la Casa del Jazz di Roma, edizioni l’Espresso. Sempre per la stessa raccolta registra l’album con il gruppo “Giovani Leoni”, composto da Francesco Diodati, Fulvio Sigurtà, Beppe Scardino, Enrico Bracco, Gabriele Evangelista e Federico Scettri. Nel 2016 suona con il contrabbassista Ameen Saleem, leader del progetto “The Groove Lab”.